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TRE TIPI DI DIPENDENZA AFFETTIVA

  • Immagine del redattore: Dott.ssa Alessia Biggio
    Dott.ssa Alessia Biggio
  • 11 dic 2022
  • Tempo di lettura: 3 min

“Non posso vivere senza di te”

“Non posso vivere con te”

“Né con te, né senza di te”


Ogni volta che costruiamo un legame affettivo ci ritroviamo inevitabilmente a dover fare i conti con la capacità di negoziare e di trovare nella relazione con noi stessi, e con l’altro, la “giusta” vicinanza-distanza che ci permetta di sentirci pienamente insieme ma al tempo stesso pienamente individui.


Qualunque legame affettivo, in altre parole, ci porta in qualche modo a confrontarci con la necessità universale ad ogni essere umano di trovare una relazione soddisfacente tra le due dimensioni apparentemente opposte del "bisogno dell’altro” da una parte e del “bisogno di autonomia” dall’altro.


E’ proprio in queste apparenti polarità opposte che si gioca la danza di ogni relazione ed è solo attraverso la capacità di costruire un equilibrio dinamico tra queste due dimensioni che possiamo trovare la piena soddisfazione a due dei bisogni fondamentali e innati di ogni essere umano: il bisogno di vicinanza, protezione e cura da una parte; e il bisogno di autonomia, esplorazione e individuazione dall’altra.


Viceversa possiamo invece osservare lo strutturarsi di relazioni affettive patologiche. Vediamone tre esempi:



"NON POSSO VIVERE SENZA DI TE"

La tipologia più conosciuta. E’ il caso in cui la capacità di affidarmi all’altro non è bilanciata anche dalla capacità di sostenere la solitudine ed effettuare scelte autonome. Circostanza in cui correrò il rischio di sviluppare forme di dipendenza affettiva in cui l’altro diventa indispensabile a svolgere una serie di funzioni che io non riesco – e non ho mai imparato – ad esercitare autonomamente. In questo caso quindi ho bisogno dell’altro per regolare una serie di stati interni angoscianti, per me ingestibili.


Il sentimento prevalente è l’angoscia abbandonica.


In questo tipo di dipendenza la persona sperimenta una costante minaccia di potersi ritrovare da sola, di essere lasciata, abbandonata a se stessa. Costantemente braccata dall’ombra della perdita, questa persona non può mai rilassarsi completamente nella relazione, poiché una parte di sé dovrà rimanere ipervigile e tesa. Tutte le energie interne alla persona tenderanno quindi al principale obiettivo di scongiurare la “minaccia della separazione” costi quel che costi.



"NON POSSO VIVERE CON TE"

E’ il caso inverso al precedente, in cui la capacità di esser soli e autosufficienti non poggia anche sulla fiducia di potersi affidare all’altro, portando allo strutturarsi di una forma di rigidità difensiva che sconfina in forme di ritiro affettivo (anche all’interno stesso di legami significativi).


E’ il caso in cui nelle relazioni gioco il ruolo di chi “non chiede mai e non ha mai bisogno”, sviluppando una autosufficienza compulsiva e una autonomia forzata, frutto della negazione del bisogno di accudimento.


In questa condizione definita in letteratura di contro-dipendenza, la persona nega a se stessa il proprio bisogno dell’altro, lasciandolo sepolto insieme al terrore dell’abbandono. Come a dire che “se non mi concedo di legarmi davvero all’altro, l’altro non potrà davvero abbandonarmi”.



"NÈ CON TE, NÈ SENZA DI TE"

La tipologia meno conosciuta. Una tendenza affettiva espressa da chi oscilla tormentosamente tra un forte bisogno di sicurezza da una parte e un potentissimo bisogno di libertà dall’altra.


In questo caso quindi la persona non ha negato a se stessa la percezione di nessuno dei due bisogno ma non riesce, in modo analogo ai precedenti, a viverli in modo integrato: quando è in contatto con uno dei due ricerca l’altro e viceversa in un tormento che non trova pace.


Tre diversi tipi di tendenza affettiva che esprimono in modi diversi una profonda ferita relazionale che può essere elaborata in terapia e permettere, a chi ne soffre, di scoprire un nuovo modo di amare se stesso e l’altro. Un modo sicuramente più rispettoso e soddisfacente! Un po' meno minaccioso, un po' meno tormentato, un po' meno doloroso.

 
 
 

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